Durante questi anni di intenso apostolato fra quella gente assetata di Dio, contrae la lebbra.
Di ritorno in Italia per consulte mediche, il 21 agosto 1909 fa sosta a Lourdes con immensa fede e riceve la grazia della perfetta conformità al progetto di Dio. Forse padre Daniele avrebbe aspettato qualche grazia per l'intercessione della Madonna. Ed il miracolo gli fu concesso, non della guarigione, ma quello più grande della conformità al volere del Cielo.
Ecco come si esprime padre Daniele: "Mi trovavo a Lourdes, il 21-22 Agosto del 1908 [in realtà dal Diario: 20-21 agosto 1909]; era l'occasione di un triduo a S. Giovanna d'Arco. Ho pregato con fede la Madonna; ho preso il bagno alla Piscina miracolosa, e quando seppi l'ora della Processione Eucaristica, allora io mi sono schierato in ordine cogli infermi per essere particolarmente benedetto. Nel momento solenne, quando il Vescovo funzionante, passò davanti a me, e mi vide in ginocchio, non riscontrando in me, esteriormente, sintomi di malattia, si fermò e mi domandò: "Infirmus es?". "Utique" risposi. Alzò l'Ostensorio e mentre tracciava il segno di croce per benedirmi, i miei occhi si spalancarono più che mai, fissando l'Ostia santa; e ricordandomi del lebbroso del Vangelo, la mie labbra si aprirono istintivamente: "Domine, si vis, potes me mundare...". Una voce interiore, misteriosa e ben sensibile al mio cuore, risponde: "Non voglio... va' in pace, riceverai altra grazia... la tua malattia sarà ad maiorem Dei gloriam, e per il maggior tuo bene spirituale". Da quel momento mi sono trovato completamente trasformato: un senso di indicibile conformità, accompagnato da una infinita giocondità e allegria, invase la mia mente, il mio cuore, tutto il mio essere... e da quel momento non ho più perso un solo minuto di serenità, e d'allora in poi non ho più fatto una preghiera per la mia guarigione".
Ecco la grazia! Ecco il miracolo!
Non una sola volta abbiamo raccolto dalle sue labbra queste parole: "Sia mille volte benedetto il Signore che mi ha premiato con questa malattia".
Ultimi affari, ultime consegne e il 14 novembre padre Daniele riparte per il suo Brasile!
Dopo una breve parentesi come parroco di S. Luis-Anil (Maranhão), il 27 aprile 1914 entra definitivamente nel lebbrosario di Tucunduba, presso la città di Belém, dove vi rimane fino alla morte. Lebbroso tra i lebbrosi Padre Daniele si consuma per i suoi fratelli e in mezzo a loro rappresenta per dieci anni un'immagine viva di Gesù Crocifisso che si offre per amore, servendo spiritualmente con zelo e grandi sofferenze i colpiti dalla sua stessa malattia.
Compianto e celebrato da tutti, la sua vita giunge santamente al compimento il 19 maggio 1924 a soli 48 anni, 26 dei quali passati in missione. È rimasta famosa e incide nel cuore dei suoi numerosi ammiratori e devoti la formuletta di ringraziamento da lui coniata negli ultimi anni della sua atroce malattia: "A Deus louvado" (Dio sia lodato). Per tutto, anche - soprattutto - per la lebbra! I poveri, i piccoli, gli afflitti hanno sempre tenuto acceso il suo ricordo e cosí, il 29 dicembre 1991 l'arcivescovo di Belém, mons. Vicente Joaquin Zico, ha insediato nella cattedrale di Belém il tribunale ecclesiastico incaricato di condurre un processo diocesano per la beatificazione di p. Daniele. Anche in Italia sono state avviate le stesse pratiche, portate solennemente a termine a Samarate il 19 marzo 1997 dal card. Carlo Maria Martini e a Belém nella chiesa dei cappuccini, il 30 agosto dello stesso anno davanti a un pubblico numeroso e commosso. Il 4 luglio 1998 venne emanato il decreto di validità dei Processi diocesani, quello principale di Belem (Brasile) e quello rogatoriale di Milano. Sotto la guida di un Relatore della Congregazione delle Cause dei Santi, si sta preparando la “Positio”, studio dei docunenti e richiesta di riconoscimento delle virtù eroiche di P. Daniele. Ci auguriamo che questo possa avvenire presto… nel frattempo preghiamo e con il Servo di Dio partecipiamo della Comunione dei Santi.
|